« Visse ai tempi dell' Età dell'oro degli uomini ed era il loro capo. A causa della sua integrità ed imparzialità fu denominata Giustizia ed a quel tempo nessuna Nazione straniera era impegnata nella guerra, nessuno ancora navigava sopra i mari, ma tutti si godevano le loro vite ché si preoccupano per i loro campi. Ma gli uomini che vennero dopo, cominciarono ad essere meno osservanti al dovere e più avidi, di modo che la Giustizia si accompagnò più raramente con gli uomini. Infine il male diventò sì estremo, durante l'Età del Bronzo, che Ella non poté resistere oltre; e volò tra le stelle »
(Igino Astronomo - Astronomica)
Sembra che si trattasse di un'antichissima Dea dell'età dell'oro, quando nessuna nazione era impegnata nella guerra, nessuno ancora navigava sopra i mari, ma tutti si godevano le loro vite e si preoccupavano dei loro campi. Infatti la Iustitia romana non è tanto equivalente alla Temi Greca, quanto a Diche anche detta Astrea che ebbe appunto una parte nella leggenda dell'Età dell'oro. Era il regno della Giustizia e della Buona Fede, quando gli Dei vivevano accanto ai mortali. Spesso fu associata alle Dee Fortuna, Virginia o Virgo.
Esiodo, ne "Le Opere e i Giorni", racconta che all'inizio, nel periodo in cui regnava Crono, c'era una "razza d'oro". Gli uomini vivevano ancora come gli Dei: non invecchiavano e godevano la vita tra banchetti e feste. Giunto il tempo di morire si addormentavano dolcemente. Non dovevano lavorare ed i beni appartenevano a tutti. Vivevano dell'abbondante raccolto offerto dalla terra e non facevano guerre. Giovenale affermava che un tempo “nessuno temeva ancora i ladri” e la gente viveva “senza chiudere l’orto”. Ci si nutriva di legumi e di frutti, senza uccidere animali.
Anche Vesta lasciò cortesemente il posto a Mercurio, ma perchè gli Dei cambiarono di importanza. Ma gli uomini che vennero dopo, cominciarono ad essere meno osservanti al dovere e più avidi, di modo che la giustizia si accompagnò più raramente con essi. Infine stanca dei misfatti dei mortali, durate l'Età del Bronzo, si trasferì in cielo diventando la costellazione della Vergine.
Con il regno di Zeus, età del ferro, scomparve la razza dell'età dell'oro e gli uomini divennero autori di ogni empietà: "Victa iacet pietas, et Virgo caede madentes, ultima caelestum, terras Astraea reliquit" "Vinta giace la pietà, e la vergine Astrea lascia, ultima degli Dei, la terra madida di sangue". (Ovidio).
La sua figura venne poi assorbita nel cattolicesimo nell'arcangelo Michele armato di spada.
Era obbligatorio partecipare alla festa e alla cerimonia per rendere omaggio alla Dea se si riteneva di essere persone che agivano secondo giustizia e soprattutto se chiedevano giustizia ritenendo di aver subito ingiustizia. In onore della Dea erano stati costruiti altari e templi, che con il tempo vennero poi distrutti.
L'immagine della Dea veniva portata in processione e ricollocata al suo tempio arricchita di sciarpe, collane, stoffe ed altri donativi effettuati dalla popolazione. Nelle case si effettuavano ricchi banchetti dove si brindava col vino alla Dea, che in questo caso fungeva anche come Dea della buona fortuna, insieme a parenti ed amici ritenuti retti secondo i crismi della Dea Iustitia.
BIBLIO
- Eric Havelock - Dike. La nascita della coscienza - Bari - Laterza - 1983 -
- Anna Jellamo - Il cammino di Dike: l'idea di giustizia da Omero a Eschilo - Roma - Donzelli - 2005 -
- Renato Del Ponte - Dei e miti italici. Archetipi e forme della sacralità romano-italica - ECIG - Genova - 1985 -
- Publio Ovidio Nasone - Le Metamorfosi - I -
Nessun commento:
Posta un commento