La battaglia di Arausio fu combattuta il 6 ottobre 105 a.c. nell'attuale città francese di Orange, in Provenza, fra l'esercito romano e le tribù nomadi di alcuni popoli germanici, Cimbri e Teutoni, i più numerosi, con Ambroni, Tigurini e Cimbri. Tra il 120 e il 115 a.c. la popolazione dei germani Cimbri abbandonò l’odierna Scandinavia, per cercare nuovi terreni verso l’Europa meridionale. Sono circa circa 300.000.
Nel 113 a.c, i germanici raggiungono il Danubio e si incontrarono con i Taurisci, alleati di Roma. I Taurisci, preoccupati per l'invasione dei loro territori, inviarono ambasciatori al Senato chiedendo aiuto. Il Console Gneo Papirio Carbone si recò così con un esercito in zona, i Cimbri e i Teutoni inviarono dei messaggeri, sostenendo che la loro occupazione del territorio dei Taurisci non voleva danneggiare la repubblica romana, non sapendo degli accordi tra i due popoli.
I Romani cercano di proteggere l’area danubiana, ma subiscono una prima sconfitta a Norea nel 113 a.c.: è solo l’inizio delle guerre romano-germaniche che si protrarranno per secoli.
L'IMBOSCATA
Carbone diede dunque l’ordine immediato di abbandonare i territori che erano stati occupati, per poi superare il fiume Danubio e ritornare nelle loro terre. I Germani accettarono l’ordine, ma mentre questi venivano condotti dalle guide a tornare nei loro territori, il Console Carbone senza aver consultato il senato di Roma organizzò un’imboscata per sterminarli, sperando in una gloria militare.
Da notare che i germani avevano i guerrieri Ulfheonar (vestiti di lupo) che della mitologia norrena si coprivano esclusivamente con la pelle del lupo ucciso da loro stessi. Erano famosi per il loro impeto guerriero, concesso loro dal Dio Odino e dal lupo, loro animale totemico.
Questi guerrieri prima del combattimento, assumevano: birra, un estratto di amanita muscaria (tossico e allucinogino) e digitale. Questo mix dava loro allucinazioni, e comportava un aumento della temperatura corporea, del battito cardiaco e dell'adrenalina. Dopo aver assunto queste sostanze, festeggiavano sino allo stremo e da lì si lanciavano in battaglia, combattendo come lupi.
IL RIFIUTO DEL SENATO
Fatto sta che l'imboscata si rivelò uno sfacelo, i germani si difesero prima e poi attaccarono sconfiggendo i romani. Incoraggiati dalla vittoria i Cimbri e i teutoni si sentirono autorizzati a inviare messaggi al Senato richiedendo una terra in cui vivere. Il Senato rifiutò e le tribù germaniche si spostarono nella Gallia Narbonese, dove sconfissero anche il Console Marco Giunio Silano, lì giunto per arginare la loro migrazione. Ormai era guerra. Quello che una volta era il Metus Gallicus ora era diventato il Metus Teutonicus.
IL RIFIUTO DI PUBLIO RUFO
A Roma si scatenò il dibattito politico per decidere a quale generale assegnare la guerra. Il più anziano dei due Consoli di quell’anno, Publio Rutilio Rufo, era un generale esperto e, veterano della recente guerra di Numidia, ma decise di non farsi carico della campagna militare, rimanendo a Roma e lasciando la gestione del conflitto al suo collega più giovane e più inesperto Mallio Massimo.
L'esercito di Roma era dunque comandato dal console Gneo Mallio Massimo, un homo novus, e dal proconsole per la Gallia Quinto Servilio Cepione, che era stato console l'anno precedente nonchè esponente dell'aristocrazia.
Lo scontro, avvenuto nei pressi di Arausio nella Gallia Transalpina, seguiva di due anni la disfatta di Agen, evidenziando le difficoltà dei Romani di combattere in luoghi poco conosciuti e con la guerriglia
La differenza di status tra i due comandanti generò mancanza di coordinazione e dissidi, che inevitabilmente ebbero ripercussioni durante le manovre.
La differenza di status tra i due comandanti generò mancanza di coordinazione e dissidi, che inevitabilmente ebbero ripercussioni durante le manovre.
Come console in carica per quell’anno, Massimo aveva una autorità superiore rispetto a quella di Cepione, e per legge avrebbe dovuto prendere l’ultima decisione sulla tattica da impiegare. Ma poiché massimo era un Homo Novus, Cepione, si rifiutò così di prestare servizio sotto di lui e si accampò di propria iniziativa sulla sponda opposta al fiume.
Poco prima del combattimento, due tra i maggiori contingenti romani disponibili nell’area erano accampati vicino al fiume Rodano, nei pressi della città di Arausio. Il primo contingente era guidato direttamente da Mallio Massimo, mentre l’altro dal proconsole Quinto Servilio Cepione.
LE SCONFITTE ROMANE
Dopo l’ennesima vittoria, i Cimbri e i Teutoni decisero di allargare i loro alleati coinvolgono anche la popolazione dei Tigurini e degli Elvezi infliggendo un’ulteriore sconfitta ai romani a Burdigala, odierna Bordeaux, nel 107 a.c.
Dopo l’ennesima vittoria, i Cimbri e i Teutoni decisero di allargare i loro alleati coinvolgono anche la popolazione dei Tigurini e degli Elvezi infliggendo un’ulteriore sconfitta ai romani a Burdigala, odierna Bordeaux, nel 107 a.c.
QUINTO SERVILIO CEPIONE
- 106 a.c. - Quinto Servilio Cepione, figlio dell'omonimo console del 140 a.c., nel 106 a.c. fu eletto console, promulgò una legge che reintegrava i senatori nelle giurie e marciò da Narbona con otto legioni contro le tribù cimbriche stanziate nella zona di Tolosa, che si erano ribellate a Roma impossessandosi di un'enorme somma di denaro custodita nei santuari dei templi (Oro di Tolosa o Aurum Tolosanum).
Il tesoro, che si diceva maledetto, di 50.000 lingotti d'oro pari a 15.000 talenti d'oro, 10.000 lingotti d'argento e macine interamente in argento per un valore di 10.000 talenti d'argento, fu rinvenuto vicino alla città. La maggior parte del bottino durante il trasporto verso Massilia (Marsiglia) fu prelevato dai predoni i quali si impadronirono dei 450 carri che trasportavano i lingotti d'oro. Secondo la leggenda l'aura di maledizione che accompagnava quel bottino sarebbe stata alla base della disfatta dei Romani nella battaglia di Arausio.
Il tesoro, che si diceva maledetto, di 50.000 lingotti d'oro pari a 15.000 talenti d'oro, 10.000 lingotti d'argento e macine interamente in argento per un valore di 10.000 talenti d'argento, fu rinvenuto vicino alla città. La maggior parte del bottino durante il trasporto verso Massilia (Marsiglia) fu prelevato dai predoni i quali si impadronirono dei 450 carri che trasportavano i lingotti d'oro. Secondo la leggenda l'aura di maledizione che accompagnava quel bottino sarebbe stata alla base della disfatta dei Romani nella battaglia di Arausio.
MARCO AURELIO SCAURO
Comandante della cavalleria dell'esercito di Gneo Mallio Massimo nella Gallia Narbonese. Il suo distaccamento, accampatosi a distanza dal resto dell'esercito, nella città di Arausio, fu il primo ad essere attaccato dai germani e fu completamente annientato; Scauro fu catturato e portato al cospetto dei capi germanici e lì, secondo Granio Liciniano, "non fece né disse nulla che non si addicesse a un romano che ricopriva un ruolo così elevato".
Comandante della cavalleria dell'esercito di Gneo Mallio Massimo nella Gallia Narbonese. Il suo distaccamento, accampatosi a distanza dal resto dell'esercito, nella città di Arausio, fu il primo ad essere attaccato dai germani e fu completamente annientato; Scauro fu catturato e portato al cospetto dei capi germanici e lì, secondo Granio Liciniano, "non fece né disse nulla che non si addicesse a un romano che ricopriva un ruolo così elevato".
Le epitomi di Tito Livio riferiscono che mentre cercava di dissuadere i germani dal valicare le Alpi, dicendo che sarebbe stato impossibile vincere Roma, Boiorige, un giovane germano carico di ferocia, lo uccise. Pochi giorni dopo l'esercito di Mallio e quello di Quinto Servilio Cepione, in conflitto tra l'oro per la detenzione del comando supremo, furono sconfitti e annientati nella battaglia di Arausio.
Theodor Mommsen commenta: "Mallio e Cepione si equivalgono come capacità militari: sono due perfette nullità."
LA BATTAGLIA
Gneo Mallio Massimo: viene salvato dal campo di battaglia dal figlio di Cepione, ma perde i suoi due figli. Rientrato a Roma di lui si perdono le tracce nella storia ufficiale.
La disfatta aprì le porte della Gallia Narbonense e dell'Italia ai Teutoni e ai Cimbri. Alla sconfitta di Cepione è legata una tradizione semi-leggendaria, che la vorrebbe causata dal suo furto sacrilego dell'Aurum Tolosanum, il presunto bottino del santuario di Apollo a Delfi, saccheggiato durante la spedizione celtica in Grecia.
Cicerone nel De natura deorum cita il modo di dire "aurum habet Tolosanum" per intendere quelle disgrazie che derivano dal guadagno tratto in modo empio. Questa tremenda sconfitta verrà poi vendicata da Gaio Mario nelle successive celebri battaglie (battaglia di Aquae Sextiae e battaglia dei Campi Raudii) che posero definitivamente fine all'espansione dei Teutoni e dei Cimbri.
- 105 a.c. - Lo scontro ebbe luogo il 6 ottobre del 105 a.c. in una zona tra la città di Arausio, odierna Orange, Sud - Est dell’attuale Francia, e il fiume Rodano. La battaglia si verificò tra i due eserciti romani guidati dal proconsole Quinto Servilio Cepione e dal console Gneo Mallio Massimo contro le tribù germaniche dei Tigurini, degli Ambroni, dei Cimbri, guidati dal Re Boiorix, e i Teutoni guidati dal Re Teutobod.
Cepione, nonostante la gravità della situazione, ignorava tutte le disposizioni di Massimo, aspettando che fosse direttamente il Senato ad ordinargli di traversare il Rodano.
Il primo scontro si ebbe a 65 km nord di Arausio (Orange in Francia), allorché Marco Aurelio Scauro, alla testa di 5.000 cavalieri, ingaggiò una prima battaglia perdendo contro le avanguardie della coalizione germanica.
Inoltre, il territorio in cui combattevano divenne sfavorevole, dal momento che l’accampamento era stato posizionato con un fiume alle spalle, che impediva ogni fuga. All’attacco dei Cimbri, i romani tentarono di scappare in quella direzione, ma con le loro ingombranti armature, la loro fuga si trasformò in un suicidio.
La battaglia di Arausio fu la peggiore sconfitta subita dalle armate di Roma nella sua storia (peggio della battaglia di Canne contro Annibale). Le perdite sono stimate da Tito Livio, che cita Valerio Antias, in 80.000 soldati, oltre ad altre 40 mila truppe ausiliarie, praticamente tutti i partecipanti alla battaglia. Pochissimi romani riuscirono a sopravvivere, compresi i servitori e gli addetti all’accampamento, che di solito contavano almeno la metà delle truppe effettive.
Negli scontri successivi Cepione alla testa di sette legioni fu battuto a 48 km Nord di Arausio e poi Mallio con nove legioni subì una nuova disfatta. I Cimbri riuscirono addirittura a saccheggiare l’accampamento di Cepione, che rimase praticamente indifeso in balìa del nemico, anche se Cepione riuscì a fuggire dal campo di battaglia, illeso. Incoraggiati dalla straordinaria vittoria, i Cimbri attaccarono la forza comandata da Massimo. che aveva assistito impotente alla completa distruzione dei suoi commilitoni.
LA FINE
Quinto Servilio Cepione: si salva dal campo di battaglia e con un rapido viaggio si reca a Roma per spiegare la sua versione dei fatti. Messo sotto accusa dal Senato, per la vicenda dell'oro tolosano, perse la cittadinanza, gli furono confiscati i beni e fu condannato all'esilio. Morì a Smirne, in Asia minore.perde la cittadinanza romana e muore in esilio a Smirne (attuale Izmir in Turchia).
Gneo Mallio Massimo: viene salvato dal campo di battaglia dal figlio di Cepione, ma perde i suoi due figli. Rientrato a Roma di lui si perdono le tracce nella storia ufficiale.
Sebbene ai più ignota la Battaglia di Arausio fu la più grande sconfitta subita dalle legioni, nella secolare storia romana.
COLPA DELL'EMPIETA'
La disfatta aprì le porte della Gallia Narbonense e dell'Italia ai Teutoni e ai Cimbri. Alla sconfitta di Cepione è legata una tradizione semi-leggendaria, che la vorrebbe causata dal suo furto sacrilego dell'Aurum Tolosanum, il presunto bottino del santuario di Apollo a Delfi, saccheggiato durante la spedizione celtica in Grecia.
Cicerone nel De natura deorum cita il modo di dire "aurum habet Tolosanum" per intendere quelle disgrazie che derivano dal guadagno tratto in modo empio. Questa tremenda sconfitta verrà poi vendicata da Gaio Mario nelle successive celebri battaglie (battaglia di Aquae Sextiae e battaglia dei Campi Raudii) che posero definitivamente fine all'espansione dei Teutoni e dei Cimbri.
La sconfitta privò l’esercito di un grandissimo quantitativo di uomini e di manodopera. Il nemico, ormai incoraggiato dalle sue vittorie, era veramente ad un passo dalla invasione del nord Italia. Successivamente i Cimbri si scontrarono con gli Arverni e, dopo una dura lotta, partirono verso i Pirenei, il che dette ai romani il tempo di riorganizzarsi e di eleggere un nuovo generale che sarebbe diventato noto come il salvatore di Roma.
Il Senato romano, constatata la gravità della situazione, ignorò infatti i vincoli legali che impedivano ad un uomo politico di essere console per una seconda volta fino a quando non fossero trascorsi 10 anni dal suo primo incarico, e i patrizi ignorarono pure che fosse plebeo. e proposero l’elezione immediata dell’abilissimo generale Gaio Mario.
Mario avrebbe combattuto ed annientato quei popoli di lì a poco in due battaglie: la battaglia di Aquae Sextiae, 102 a.c, e la battaglia dei Campi Raudii, 101 a.c. Con queste due vittorie Caio Mario non solo entra nella storia di Roma, ma pone le basi per il cambiamento radicale della struttura dell’esercito romano. I Cimbri e Teutoni sono completamente annientati o resi schiavi.
BIBLIO
- Theodore Mommsen - Storia di Roma - volume II - Milano - Armando Curcio Editore - 1964 -
- Vincenzo De Vito - Calata dei Cimbri in Italia - Roma - 1886.-
- Lodovico Mangini - Historie di Asola, fortezza posta tra gli confini del ducato di Mantova, Brescia e Cremona - Vol. I - Mantova - 1999 -
- Giuseppe Antonelli - Gaio Mario - Newton - 1995 -
- Tacito - De origine et situ Germanorum - traduzione italiana del Progetto Ovidio -
- Fabian S.Fischer - I Germani - ed. Garzanti - 1985 -
- Maureen Carroll - Romans, Celts & Germans: the german provinces of Rome - Gloucestershire & Charleston - Tempus Pub Ltd - 2001 -
- Maureen Carroll - Romans, Celts & Germans: the german provinces of Rome - Gloucestershire & Charleston - Tempus Pub Ltd - 2001 -
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