NINFEO DEGLI ANNIBALDI




Un ninfeo è in origine un edificio sacro dedicato a una ninfa, in genere posto presso una fontana o una sorgente d'acqua. Spesso anche antiche, le case private arricchirono i loro splendidi giardini creando dei ninfei che accoglievano anche immagini di amorini e soprattutto di almeno una ninfa.

Lungo via degli Annibaldi si trova una minuscola porticina che consente di entrare in un posto magico: il Ninfeo degli Annibaldi, angolo via del Fagutale che incrocia la via Nicola Salvi, nel Rione Monti, zona colle Oppio, risale al tempo di Augusto e dedicato alle ninfe, alle piante e all'atmosfera incantata dei boschi.

Varcando la piccola porticina su via degli Annibaldi e scendendo lungo una scala a chiocciola, si può entrare all’interno del ninfeo, o meglio all’interno di ciò che di esso oggi si è conservato: metà della struttura originale. La fontana è visitabile solo su prenotazione.


DOVEVA ESSERE SIMILE AL NINFEO DI ANNIA REGILLA

Nel 1895, durante i lavori per la realizzazione di via degli Annibaldi, fu scoperto un ninfeo (fontana monumentale) databile tra la fine del I a.c. e l’inizio del I secolo d.c., facente parte di una casa in seguito distrutta per far posto alla Domus Aurea di Nerone. Il cosiddetto Ninfeo degli Annibaldi faceva parte di una più ampia struttura, probabilmente un’abitazione aristocratica di I sec. a.c. che si articolava sul Colle Oppio.

Al monumento, oggi tagliato a metà dal muraglione di sostegno della strada moderna, si accede tramite una piccola scala a chiocciola posta al livello stradale. In origine il ninfeo aveva forma semiellittica, con una vasca al centro. Sulle pareti si trovano delle nicchie sormontate da medaglioni. Tutto l’ambiente è decorato con un mosaico ottenuto con conchiglie, smalto, pietra pomice e ghiaia, in modo da ricordare le grotte marine, che i ninfei cercavano appunto di riprodurre.

Il ninfeo aveva una pianta rettangolare con un abside su uno dei lati corti e una vasca con acqua al centro, mentre le parteti erano scandite da 9 nicchie decorate: doveva essere un luogo magico e nascosto ove riposarsi e trovare riparo dalla calura estiva. 

La sua parete ricurva è decorata con un mosaico volutamente rustico, le lesene sono ornate da file di conchiglie piccolissime, mentre altre più grandi sono incastrate al centro. Forse in origine aveva una forma semiellittica, inserita in un ambiente absidato con una vasca al centro, rivestita di marmo a lastre orizzontali, profonda circa un metro e mezzo.

L'ENTRATA DEL NINFEO

Il Ninfeo era ornato da nicchie, di cui quattro ancora visibili, la parete ricurva è decorata con un mosaico volutamente rustico, le lesene sono ornate da file di conchiglie piccolissime, mentre altre più grandi sono incastrate al centro. 

Vi sono anche sagomati capitelli e cornici, mentre altre decorazioni sono in madreperla e smalto con frammenti di pietra pomice e brecce. La fontana è databile tra la fine della repubblica e l'età di Augusto. Successivamente venne costruito il muro di rinforzo a mattoni, visibile sulla destra.

Vi sono anche capitelli e cornici, con altre decorazioni in madreperla, smalto, pasta vitrea, frammenti di pietra pomice e brecce. La fontana è databile tra la fine della repubblica e l'età di Augusto. Successivamente venne costruito il muro di rinforzo a mattoni, visibile sulla destra. 

Nel 1986, a cura della Ripartizione X del Comune di Roma, è stata eseguita una complessiva opera di risanamento delle pareti per fermare lo stato di degrado in cui si trovano le decorazioni. Il ninfeo degli Annibaldi è databile secondo il Coarelli all'età repubblicana, mentre di età Augustea secondo il Lugli.

LA DECORAZIONE

Il ninfeo degli Annibaldi è databile secondo il Coarelli all'età repubblicana, mentre di età Augustea secondo il Lugli. Il Lanciani attribuisce il ninfeo degli Annibaldi alla Domus Aurea, ma forse apparteneva ad una domus signorile situata tra il colle Oppio e la via delle Carine. 

Durante gli scavi sono stati rinvenuti frammenti di piccole statue che probabilmente ornavano le nicchie ed alcuni pezzi di cannelle in piombo per il getto dell'acqua. Nel 1986, a cura della Ripartizione X del Comune di Roma, è stata eseguita una complessiva opera di risanamento delle pareti del ninfeo per fermare lo stato di degrado in cui si trovano le decorazioni.

Tutte le pareti sono infatti ancora decorate da conchiglie, pietra pomice e ghiaia, elementi semplici che mescolati creano bellissimi motivi architettonici geometrici. Una decorazione non preziosa dunque come quella marmorea delle ricche domus imperiali, ma talmente suggestiva da ricreare quasi l’ambientazione dell’interno di una grotta.

Utilizzato tra il I sec. a.c. e il I sec. d.c., il ninfeo fu poi abbandonato, obliterato e parzialmente distrutto per l’impianto di un nuovo e imponente complesso abitativo, la Domus Aurea, una parte della quale si estendeva proprio sul Colle Oppio. 


Sarà riscoperto soltanto con i lavori per la realizzazione della strada moderna nel 1894. Il Ninfeo venne poi riportato alla luce nel 1895 durante i lavori per il taglio della via omonima ed è oggi sezionato a metà dal muraglione di sostegno della strada.

In origine aveva una forma semiellittica, con una vasca al centro, ed era ornato da nicchie, delle quali quattro sono tuttora visibili; sopra clipei e lesene. Tutta la parete ricurva è decorata con un mosaico volutamente rustico; le lesene sono ornate da file di conchiglie piccolissime, mentre altre più grandi sono incastrate al centro.

Ugualmente sono sagomati capitelli e cornici; altre decorazioni sono in madreperla e smalto con frammenti di pietra pomice e brecce. Il monumento è databile tra la fine della repubblica e l'età di Augusto. Successivamente venne costruito il muro di rinforzo a mattoni, visibile sulla destra.



Il Lanciani attribuisce il ninfeo degli Annibaldi alla Domus Aurea, ma forse apparteneva ad una domus signorile situata tra il colle Oppio e la via delle Carine, durante gli scavi sono stati rinvenuti frammenti di piccole statue che probabilmente ornavano le nicchie ed alcuni pezzi di cannelle in piombo per il getto dell'acqua.


ANDREA CARANDINI

Ninfeo di via degli Annibaldi: b. Ninfeo sulla c.d. via Tusculana; c. Diaeta Apollinis; d. Ninfeo degli horti Sallustiani; e. Ambulationes della porticus Liviae; f. Ambulatio del Sessorium; g. Ambulatio sull’Alta Semita; h-l. Ambulationes degli horti dell’Esquilino; m. Porticus Lentulorum/ Hecatostylum.


PIRRO LIGORIO

P. Ligorio, nel Codex Taurinensis, ff. 60, 62-63, descrivendo il nymphaeum: «...mirabile edificio... di sasso Tiburtino, et poscia ornato di marmi et bellissime statue, ...ove furono trovate vestiggi di statue di Venere e de le Nymphe de’ Fonti, et vi erano le Grazie, et l’opera dove erano locate le statue era incrostata di marmi oltremarini di diversi colori...»


BIBLIO

- S.B. Plattner e T. Ashby (a cura di) - Nymphaeum - A Topographical Dictionary of Rome -  penelope.uchicago.edu - 1929 -
- K. M. Coleman - Launching into history: aquatic displays in the Early Empire - Journal of Roman Studies - 1993 -
- A. Malissard - Les Romains et l’eau. Fontaines, salles de bains, thermes, égouts, aqueducs - Les Belles Lettres - Paris -



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