La Chiesa di San Lorenzo in Damaso, in Piazza della Cancelleria, è nota sin dall’antichità, dal sinodo di papa Simmaco, come Titulus Damasi. Secondo la tradizione San Lorenzo in Damaso fu costruita per la prima volta da papa Damaso I nella sua casa verso il 380 d.c..
L'edificio sacro compare come un'antica basilica civile romana, cioè una struttura a tre navate divise da pilastri (però quadrangolari), precedute da un vestibolo a cinque navate. Nel primo vestibolo c'è la tomba di Alessandro Voltrini, opera del Bernini (1598-1680), mentre nel secondo vestibolo c'è una statua di Carlo Borromeo opera di Stefano Maderno (1576-1636).
Nel vestibolo, a destra, c'è una cappella disegnata da Nicola Salvi, lo scultore di fontana di Trevi. Sempre nel vestibolo, a sinistra c'è la cappella del Sacramento, affrescata da Andrea Casali (1705-1784). La navata centrale termina con un'abside semicircolare, al centro della cui conca si trova un grande dipinto ad olio di Federico Zuccari (1540-1609) raffigurante l'Incoronazione di Maria e santi.
STATUA DI SANT'IPPOLITO |
Al disotto dell'altare maggiore, che è sormontato da un ciborio neoclassico, sono custoditi i corpi
dei santi Eutichiano e Damaso, mentre alla sua sinistra c'è una statua di sant'Ippolito, copia di
quella che si trova nel Museo lateranense.
Il Palazzo della Cancelleria, di splendida architettura rinascimentale, fu iniziato intorno al 1485 per volere del cardinale Raffaele Riario, nominato da papa Sisto IV, suo zio, titolare della basilica di S. Lorenzo in Damaso. Avere un parente Papa era una benedizione per le famiglie aristocratiche, perchè questi nominava a raffica cardinali e vescovi i propri parenti, affidandogli i proventi di chiese e tenute varie, arricchendoli più di quanto fossero già benestanti.
I lavori, a cui secondo il Vasari prese parte il Bramante, comportarono la distruzione della precedente chiesa (che venne ricostruita ed inglobata nel nuovo edificio) e si conclusero, tra il 1511 ed il 1513, sotto il pontificato di Giulio II Della Rovere, il cui stemma araldico è visibile ai lati della facciata insieme a quello di Sisto IV, anch’egli appartenente alla famiglia Della Rovere. Ma poco dopo il suo completamento l’edificio venne confiscato ai Riario per divenire sede della Cancelleria Apostolica.
CERIMONIA MITRIACA |
IL MITREO ROMANO
Ebbene, la chiesa è costruita su un mitreo romano; tagliati e deturpati dalle fondazioni del palazzo sono non solo il Mitreo, ma pure un cimitero cristiano in uso dall'VIII secolo fino a poco prima della costruzione dei palazzo. e le vestigia di una grande basilica paleocristiana che la tradizione vuole costruita sulla domus di Papa Damaso I (305-384).
Scavi sotto il cortile del palazzo della Cancelleria nel 1988 – 1991 hanno rivelato le fondazioni del IV e V secolo) della grande basilica fondata da papa Damaso I, una delle più importanti chiese paleocristiane di Roma. La chiesa paleocristiana aveva come particolarità una navata trasversale (transetto) posta dietro l'abside, sicché la basilica appariva circondata da portici.
Scavi sotto il cortile del palazzo della Cancelleria nel 1988 – 1991 hanno rivelato le fondazioni del IV e V secolo) della grande basilica fondata da papa Damaso I, una delle più importanti chiese paleocristiane di Roma. La chiesa paleocristiana aveva come particolarità una navata trasversale (transetto) posta dietro l'abside, sicché la basilica appariva circondata da portici.
IL LAGO SOTTERRANEO |
LAGO SOTTERRANEO A PALAZZO DELLA CANCELLERIA
Apostolica hanno rivelato, agli occhi increduli degli operai, i resti di un sepolcro romano
sommerso da un placido laghetto color smeraldo, profondo dai 3 ai 6 metri.
IL LAGO |
L’Euripus attraversava tutto il Campo Marzio prima di gettarsi nel Tevere all’altezza
dell’attuale Ponte Vittorio Emanuele II, lì dove un tempo era il ponte di Nerone, e dove ora
sono gli alti muraglioni del Tevere che occludendo lo sbocco del canale hanno contribuito a
formare il suggestivo laghetto ipogeo alimentato anche dall’acqua di falda.
Numerosi sepolcri affacciavano lungo il canale dell’Euripus, costruiti per commemorare
la memoria degli estinti senza contenerne le spoglie mortali. Tra questi, inabissato sotto il palazzo della
Cancelleria è il sepolcro di Aulo Irzio, luogotenente di Cesare, scoperto casualmente nel 1938, attualmente in gran parte sommerso dalle acque dell’Euripus.
la memoria degli estinti senza contenerne le spoglie mortali. Tra questi, inabissato sotto il palazzo della
Cancelleria è il sepolcro di Aulo Irzio, luogotenente di Cesare, scoperto casualmente nel 1938, attualmente in gran parte sommerso dalle acque dell’Euripus.
PREGEVOLI BASSORILIEVI ROMANI DEL PALAZZO |
La tomba di Vibio Pansa dovrebbe dunque trovarsi nelle immediate vicinanze. Appoggiate al sepolcro furono inoltre rinvenute alcune lastre scolpite a rilievo, la cosiddetta "Ara dei Vicomagistri" di epoca claudia (41-54 d.c.) e i due rilievi della Cancelleria dell’epoca di Domiziano (81-96 d.c.). Queste opere, tra le più importanti dell’arte romana, sono esposte ora ai Musei Vaticani, mentre nel palazzo della Cancelleria sono conservati i calchi.
AFFRESCHI DEL VASARI CON CENSURA SULLE NUDITA' |
Si narra che il palazzo della Cancelleria venne costruito dal cardinal Raffaele Riario, nipote e cancelliere di papa Sisto IV della Rovere, grazie alle sue vincite di una singola notte di gioco. Forse il titolo di cardinale non era sufficiente per inculcare una vita di virtù e moderazione cristiana.
Alla realizzazione del palazzo (1485-1515) contribuirono diversi architetti fra cui Baccio Pontelli, Andrea Bregno e Donato Bramante, al quale sono attribuiti anche l’esecuzione del cortile, che è tra le
più alte manifestazioni architettoniche del Rinascimento, e il restauro della contigua chiesa di
San Lorenzo in Damaso.
più alte manifestazioni architettoniche del Rinascimento, e il restauro della contigua chiesa di
San Lorenzo in Damaso.
Nel 1546 il cardinal Alessandro Farnese commissionò a Giorgio Vasari di celebrare la memoria
di papa Paolo III Farnese decorando ad affresco la volta del salone centrale del palazzo. Quando
Vasari si vantò con Michelangelo di aver terminato il lavoro in soli 100 giorni, questi ironico
rispose: “E si vede!”.
di papa Paolo III Farnese decorando ad affresco la volta del salone centrale del palazzo. Quando
Vasari si vantò con Michelangelo di aver terminato il lavoro in soli 100 giorni, questi ironico
rispose: “E si vede!”.
Ma si sa che da un lato Vasari era bravissimo, e dall'altro Michelangelo, pur nella sua assoluta eccellenza, non aveva un buon carattere e peccava, senza motivo, di un po' di invidia.
BIBLIO
BIBLIO
- M. Armellini - Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX -
- Frommel, Christoph Luitpold - L'architettura del Rinascimento italiano - Skira - 2009 -
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