LAELIUS SEU DE AMICITIA MARCO TULLIO CICERONE |
Nome: Gaio Laelio, Gaius Laelius
Nascita: 235 a.c.
- 203 a.c. - Massinissa affiancò Lelio in tutte le operazioni che Scipione assegnò al suo generale: mentre Scipione si concentrava su Asdrubale, Massinissa e Lelio attuarono il massacro delle truppe di Siface che riposavano nel loro disordinato accampamento. Siface venne catturato. Mentre Lelio avanzava verso la Numidia con la fanteria romana, Massinissa con la sua cavalleria galoppò fino a Cirta la capitale di Siface, avendo come pretesto la possibilità che Vermina, figlio di Siface, fosse in grado raccogliere altre forze da scagliare contro Roma.
Molto più probabilmente Massinissa voleva essere solo ad entrare in Cirta alla testa di truppe vittoriose per ragioni di prestigio e qui trovò Sofonisba, figlia di Asdrubale e moglie di Siface che tanto aveva fatto per mantenere il marito a fianco della patria cartaginese in difficoltà. Massinissa si innamorò di Sofonisba, non la consegnò ai romani e se la sposò.
Nascita: 235 a.c.
Morte: dopo il 160 a.c.
Professione: politico e generale romano
Gens: Laelia
Figlio: Gaio Laelio Sapiens
Professione: politico e generale romano
Gens: Laelia
Figlio: Gaio Laelio Sapiens
Fu grande amico di Scipione Africano, che accompagnò nel 210-206 a.c, nell'Hispania romana e nella campagna d'Africa nel 204-202 a.c.. Il suo comando della flotta romana nell'attacco a Nuova Cartagine e il comando della cavalleria romana a Zama contribuirono notevolmente alle vittorie di Scipione.
Secondo Polibio, Laelio fu amico di Scipione fin dall'infanzia, condividendo sogni e ambizioni ma non la stessa fortuna economica. Secondo Livio non proveniva da famiglia ricca, infatti volle il comando della campagna contro Antioco il Grande nel 190 a.c. per risolvere la sua precaria situazione finanziaria. Fu testimone del salvataggio di suo padre da parte di Scipione durante la battaglia di Ticinus, a fine 218 a.c. e non se ne dimenticò mai. Anzi accompagnò Scipione in varie spedizioni dal 210 a.c. al 201 a.c., ma iniziò la sua carriera politica solo dopo il suo ritorno a Roma, quando aveva assolto i suoi doveri nei confronti del suo caro amico a cui restò legato fino alla fine.
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Laelius in Hispania (210-206 a.x.)
- 210 a.c. - Nella campagna iberica, dal 210 a.c. al 206 a.c., Laelio fu un fedele comandante in seconda, l'unico di cui Scipione si fidava e l'unico a cui confidò i piani di conquista.
- 210 a.c. - Nella campagna iberica, dal 210 a.c. al 206 a.c., Laelio fu un fedele comandante in seconda, l'unico di cui Scipione si fidava e l'unico a cui confidò i piani di conquista.
- 209 a.c. - Comandò la flotta di trenta navi nell'assalto a Carthago Nova. Fu inviato, insieme a importanti ostaggi, da Scipione a Roma con la notizia della vittoria. Dopo un viaggio di trentasette giorni, partito da Tarraco in Spagna (in seguito alla presa di Nova Carthago), Gaio Lelio entrò a Roma insieme ad una grande schiera di prigionieri attirando l'attenzione del popolo che si riversò lungo le strade al suo passaggio come fosse un trionfo.
Il giorno seguente venne ricevuto in senato, dove raccontò che Nova Carthago era stata presa in una sol giorno. Si trattava della principale città cartaginese della Spagna. Oltre a questa notizia riferì che erano state riprese alcune delle città che si erano ribellate ai Romani, mentre altre erano state accolte come nuove alleate
- 208 a.c. - Il Senato gli dette ordini per Scipione, che Laelio gli trasmise a Tarraco, poi comandò l'ala sinistra dell'esercito, attaccando l'ala destra di Hasdrubale, nella battaglia di Baecula (vicino a Bailen) dando una grande mano a Scipione a sconfiggere Hasdrubale, che si ritirò nel nord Iberia e in Italia.
- 206 a.c. - Nella battaglia di Ilipa fu inviato dal re berbero Siface a rinnovare la sua fedeltà a Roma, ma il re volle ratificare il trattato solo con Scipione che dovette recarsi personalmente ottenendo l'alleanza.
Gades di ribellò al dominio cartaginese e Scipione inviò Laelio per mare e Marzio per terra a catturare la città. Durante il tragitto, i disertori della città furono catturati, ma lo squadrone su cui dovevano essere deportati in Africa fu sconfitto da Laelio che dette il meglio di sè nella battaglia di Carteia.
Laelio in Africa (204-202 d.c.)
- 205 a.c. - Nell'anno del consolato di Scipione, Laelius si recò con lui in Sicilia, dove condusse una spedizione per valutare la situazione in Africa. Il re numida Siface ruppe l'alleanza con Scipione e si unì ai Cartaginesi quando gli fu offerta un'alleanza matrimoniale con Sofonisba, famosa bellezza cartaginese, figlia di Hasdrubale Gisco.
- 204 a.c. - I Romani assaltarono il campo alleato nella battaglia di Utica, mettendo a ferro e fuoco il campo cartaginese, ma non riuscirono a staccare Siface dalla sua alleanza coniugale e politica con i Cartaginesi; né fu possibile una vittoria completa sull'esercito cartaginese, con Scipione che temeva per la sua flotta.
Siface cacciò dai suoi territori Massinissa, rimasto fedele a Scipione, avendo confermato un'alleanza con lui poco dopo la battaglia di Ilipa. Massinissa si presentò a Laelio che comunicò a Scipione l'urgenza dell'invasione. Laelio come al solito vinse, sconfisse Siface, lo prese vivo e catturò la città di Cirta. Poi condusse a Roma Sisiface, suo figlio Vermina e alcuni personaggi importanti.
Molto più probabilmente Massinissa voleva essere solo ad entrare in Cirta alla testa di truppe vittoriose per ragioni di prestigio e qui trovò Sofonisba, figlia di Asdrubale e moglie di Siface che tanto aveva fatto per mantenere il marito a fianco della patria cartaginese in difficoltà. Massinissa si innamorò di Sofonisba, non la consegnò ai romani e se la sposò.
Lelio cercò in ogni modo di far cambiare idea all'alleato e infine Massinissa, rendendosi conto di essere in una posizione politicamente indifendibile, piuttosto che consegnare la moglie a Scipione, che l'avrebbe voluta davanti al suo carro trionfale, preferì farle giungere del veleno per evitarle d'andare in catene a Roma. La povera Sofonisba bevve preferendo morire piuttosto che vivere come schiava dei Romani.
- 202 a.c. - A Zama Laelio ebbe successo al comando della cavalleria sull'ala sinistra con Masinissa sull'ala destra; senza il suo intervento Scipione avrebbe potuto essere sconfitto. Dopo la vittoria di Scipione Laelius fu eletto questore.
MASSINISSA |
-197 a.c. - Laelio fu eletto edile plebeo.
- 197 a.c. - Laelio comandò la cavalleria di Africo quando soffocò la rivolta di Ilergete.
- 196 a.c. - Laelio fu pretore di Sicilia.
- 190 a.c. - Laelio fu eletto console insieme al fratello minore di Scipione, Scipione Asiatico, ma non riuscì a ottenere la guida della campagna contro Antioco III il Grande, che lo avrebbe arricchito. Quando il suo amico Scipione Africano annunciò che, se suo fratello Lucio fosse stato scelto per guidare la campagna contro Antioco, avrebbe accompagnato il fratello come legato. Laelio fu lasciato indietro ma ciò non rovinò la sua amicizia con Scipione, anche se fu un colpo per le sue finanze.
Divenne però governatore della Gallia e venne incaricato di organizzare il territorio della Gallia Cisalpina, ripopolando Placentia e Cremona. Su di lui scrisse Cicerobe il suo De Amicizia esaltando la fedeltà di Laelio a Scipione anche se lese le sue finanze quando preferirì nominare generale suo fratello a Laelio.
- 188 a.c. - Ebbe un figlio legittimo che sarebbe diventato console nel 140 a.c.: Gaio Laelio Sapiens. Il rapporto del figlio con Scipione Emiliano rispecchierà, per molti versi, l'amicizia di Laelio il Vecchio con Scipione Africano; Laelio il Giovane combatté nella III Guerra Punica come subordinato di Emiliano e fu anche suo alleato e cliente politico, partecipe del Circolo Scipionico.
- 174-173 a.c. - In pensione, Laelio, dato le sue capacità di mediatore, prestò servizio in ambasciate presso il re Perseo di Macedonia
- 170 a.c. - Visti i successi avuti Laelio prestò ancora servizio in ambasciate nella Gallia Transalpina.
- 160 a.c. - L'anziano Laelius incontrò a Roma Polibio, cliente del cognato di Scipione, Lucio Emilio Paolo Macedonico (morto improvvisamente nello stesso anno, il 160 a.c.) fornendogli informazioni su Scipione Africano. Polibio divenne amico di entrambi i suoi figli, in particolare di Scipione Emiliano (nipote adottivo di Arafricano). Morì dopo il 160 a.c..
Gaio Lelio restò presso i posteri come fulgido esempio di leale amicizia, soprattutto perchè immortalato da Marco Tullio Cicerone nel suo "LAELIUS SEU DE AMICITIA".
BIBLIO
- Laelius, Gaius - In Encyclopædia Britannica - 2007 -
- Cassius Dio - Roman History, Book 17 - Loeb Classical Library edition - 1914 -
- Cassius Dio - Roman History, Book 17 - Loeb Classical Library edition - 1914 -
- Polybius - The Histories of Polybius - Loeb Classical Library edition - 1922 -
- Michael Akinde - Scipio Africanus: Princeps - 2007 -
- Marcus Tullius Cicero - Laelius sive de Amicitia -
- Gaius Julius Caesar - Commentarii de Bello Civili -
- Titus Livius - Ab Urbe Condita libri -
- Publius Cornelius Tacitus - Annales -
- Gaius Suetonius Tranquillus - De Viris Illustribus -
- Michael Akinde - Scipio Africanus: Princeps - 2007 -
- Marcus Tullius Cicero - Laelius sive de Amicitia -
- Gaius Julius Caesar - Commentarii de Bello Civili -
- Titus Livius - Ab Urbe Condita libri -
- Publius Cornelius Tacitus - Annales -
- Gaius Suetonius Tranquillus - De Viris Illustribus -
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