VICUS AUSCULETUS



VIA DI SAN BARTOLOMEO DE' VACCINARI, ANTICO VICUS AUSCULETUS

Il vicus Ausculetus o Aesculeti è stato rivelato dalla scoperta di un'ara quadrata di marmo, rinvenuta nell'attuale via Arenula, che portava incisa, sul piano edificato a lastroni, un'iscrizione, sopra la quale posava l'ara, che si dichiara dedicata dai vicomagistri del victis Aescleti (Aesculeti).

Via Arenula fu aperta nel 1880 per collegare il largo di Torre Argentina con il ponte Garibaldi, distruggendo in tal modo parte di via delle Zoccolette (dall'Orfanotrofio delle Zoccolette, istituito “P(ER) LE POVERE ZITELLE ZOCCOLETTE”, come recita la targa situata sulla facciata dell’edificio: con riferimento alle prostitute, in quanto una volta dimesse dal conservatorio, non avevano altro destino che quello del marciapiede). Il Conservatorio nacque per insegnare loro un mestiere utile una volta che, maggiorenni, fossero uscite dal conservatorio. 

Ma vennero distrutte anche le antiche chiese di “S. Maria de’ Calderari“, “S. Bartolomeo dei Vaccinari“, “S. Anna dei Falegnami” e “Ss.Vincenzo ed Anastasio dei Cuochi”. Il nome “Arenula” ricorda la sabbia fluviale che il Tevere deposita ancora oggi durante le piene. Infatti la sabbia che si depositava sulle sue rive allontanava le case che s’affacciavano direttamente sul fiume formando vere e proprie spiagge.

LA POSIZIONE

Dall'esistenza dell'ara, appartenente probabilmente a qualche sacello, e dell'analogia con altri sacelli che sappiamo circondati da alberi si potrebbe dedurre l'esistenza di un lucus accanto al vicus, anche in tempi storici. I Lares Compitales all'interno dell'Urbe, erano divinità protettrici delle strade ed edifici limitrofi all'incrocio stradale su cui era stato elevato un Compito (Compitum), cioè una edicola a foggia di tempietto. 

Pertanto il compito era l'edicola cittadina, da cui la chiesa cattolica ha ereditato le edicole delle madonnine, solo che l'edicola romana era più grande e spesso fornita di due colonne. Comunque il santuario compitale si trovava nel Vicus Aesculeti.

Qui si ergevano appunto un altare marmoreo e un pavimento in travertino. rinvenuti alla fine dell'Ottocento in seguito ai lavori di costruzione in via Arenula, a sud ovest del Circus Flaminius presso il Tevere, dove appunto si affacciava su un'antica arteria, il Vicus Ausculetus, orientata nord ovest - sud est. (Lanciani, FUR tav. 28). 


Sia l'altare che il pavimento recano iscrizioni dedicatorie dei vicomagistri 'del IX anno' (CIL VI 30957=ILS 3615; pavimento: MA]G[I]STRI VICI AESCLETI ANNI VIIII); quindi probabilmente risalgono al c. 2 d.c. (Panciera 63, 72; Hano, con il 7 a.c. come presumibile primo anno di carica; cfr. però da Fraschetti). 

L'edicola compitale, di cui si conservano anche i resti, sembra essere stata restaurata sotto Domiziano (Panciera 70-72; cfr. Pisani Sartorio; cfr. Compitum Acili) e il ritrovamento del santuario compitale fissa senza dubbi l'ubicazione del quartiere Vicus Aesculeti, e suggerisce, ma in modo non incontrovertibile che il corso antistante sia identificato con l'omonima via del quartiere (Lanciani, Pisani Sartorio).

La strada che doveva entrare o passare per il quartiere AESCULETUM è nota solo dalla presenza del nome nell'iscrizione (CIL vi. 30957) su un altare dedicato dai magistri vici Aescleti ai Lari, rinvenuto nella via Arenula a circa 100 metri a nord del Tevere (NS 1888, 498; BC 1888, 327-339; 2889, 69-72; Mitt. 1889, 265-267; HJ 521-522). Nella via di S. Bartolommeo sono stati rinvenuti frammenti di pavimentazione e il vicus potrebbe ricalcare pertanto proprio questa via.

I VICUS PRESSO IL TEVERE

Via di S. Bartolomeo de’ Vaccinari collega oggi piazza delle Cinque Scòle a via Arenula ma il suo percorso un tempo era ben più lungo ed importante. Analizzando la pianta del Nolli del 1748 si può osservare che il suo percorso continuava oltre l’odierna via Arenula e si congiungeva con l’attuale via di S.Paolo alla Regola con la denominazione di Strada della Regola.

Questo tratto oggi non è più visibile in quanto è stato completamente cancellato dal palazzo del Ministero di Grazia e Giustizia. Ma il tracciato di via di S. Bartolomeo de’ Vaccinari è ben più antico e risale addirittura all’epoca romana.

COMPITALIA

Infatti faceva parte di un importante asse viario, denominato Vicus Aesculeti, che collegava il rione Ponte a Ripa, composto da Aventino, Valle Murcia e Isola Tiberina, oggi ricalcato dalle strade del Banco di S.Spirito, Banchi Vecchi, Monserrato, vicolo de’ Venti, CapodiFerro, S.Paolo alla Regola proseguendo con via di S. Bartolomeo de’ Vaccinari.

Qui i vaccinari avevano stabilito case e botteghe dove venivano conciate e tinte le pelli degli animali, favoriti dalla vicinanza del Tevere, nell’area compresa tra l’attuale via dei Coronari ed il Tevere in quanto gli Statuti comunali del 1363 (poi ribaditi dagli statuti dei Maestri delle Strade del 1452) permettevano loro di smaltire le acque luride e gli scarti di lavorazione direttamente nel Tevere.


BIBLIO

- G. Pisani Sartorio - Compitum Vici Aesc(u)leti -  LTUR I, 316 -
- A. Fraschetti - Roma e il Principe - Rome - 1990 -
- S. Panciera - Ancora tra epigrafia e topografia, - in L’Urbs - 1987 -
- M. Hano, “A l’origine du culte impérial: les autels des Lares Augusti,” in ANRW II.16.3 - 1986 -
- Samuel Ball Platner. Thomas Ashby - Un dizionario topografico dell'antica Roma - Londra - Humphrey Milford - La stampa dell'università di Oxford - 1929 -



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