CENTURATIO - CENTURIAZIONE



PIANA DI SESTO FIORENTINO CON CENTURAZIONE ROMANA

« Mentre i Greci consideravano di aver raggiunto la perfezione con la fondazione di città, preoccupandosi della loro bellezza, della sicurezza, dei porti e delle risorse naturali del paese, i Romani pensarono soprattutto a quello che i Greci avevano trascurato:
- il pavimentare le strade,
- l'incanalare le acque,
- il costruire fogne che potessero evacuare nel Tevere tutti i rifiuti della città.
- Selciarono le vie che percorrevano tutti i territori [conquistati], tagliando colline e colmando cavità, in modo che i carri potessero raccogliere le mercanzie provenienti dalle imbarcazioni;
- le fogne coperte con volte fatte di blocchi uniformi,
a volte lasciano il passaggio a vie percorribili con carri di fieno.
- Tanta è poi l'acqua che gli acquedotti portano, da far scorrere interi fiumi attraverso la città ed i condotti sotterranei, tanto che ogni casa ha cisterne e fontane abbondanti, grazie soprattutto al gran lavoro e cura di Marco Vipsanio Agrippa, il quale abbellì Roma anche con molte altre costruzioni. inoltre le città si distinguono per la presenza di anfiteatri e terme
»

(Strabone, Geografia, V, 3,8.)

La centuriazione (centuriatio o castramentatio) era il sistema con cui i Romani organizzavano il territorio agricolo, sullo stesso schema adottato nei Castra e nella fondazione delle città. tale disposizione seguiva la mentalità molto razionale e ordinata degli antichi romani. Si seguiva infatti un reticolo ortogonale, di strade, canali e appezzamenti agricoli destinati all'assegnazione a nuovi coloni (spesso legionari a fine carriera). 

Strade, sentieri, muretti, canali di irrigazione e scolo erano così perfettamente coincidenti con i limiti dei moduli, concepiti come elementi funzionali all’interno della pianificazione generale dei singoli lotti di terreno coltivabile.

UNITA' DI MISURA ROMANE

Misure di superficie nel Sistema Internazionale
Unità romanaLatinoPiedeSist. Intern.
ditodigitus1 / 161,85 cm
onciauncia1 / 122,47 cm
palmopalmus1 / 47,41 cm
piedepes129,64 cm
cubito (gomito)cubitus44,46 cm
passo sempl.gradus0,74 m
passo doppiopassus51,48 m
perticapertica102,96 m
attoactus12035,52 m
stadiostadium625185 m
migliomiliarium50001,48 km
legaleuga75002,22 km
Il piede romano è di 29,64 cm. Nella tarda antichità venne diviso a volte in dodici parti (uncia); prima del periodo medioevale prevaleva la suddivisione in sedici parti (digitus).


Misure di superficie nel sistema decimale
Unità romaneLatinoActus QuadratusSist. dec.
piede quadratopes quadratus1 / 14 400876,16 cm²
pertica quadratascripulum1 / 1448,7816 m²
 actus minimus1 / 30~ 42,2 m²
vergaclima1 / 4~ 316,25 m²
atto quadratoactus quadratus1~ 1265 m²
iugeroiugerum2~ 2529 m²
eredio heredium4~ 5059 m²
centuriacenturia400~ 50,6 ha
quadruplice saltus1600~ 202,3 ha
L'atto quadrato è il quadrato dell'actus (1 atto = 120 piedi), corrispondente a 14 400 piedi quadrati, circa un ottavo di ettaro.

CENTURATIO ROMANA

CENTURATIO E CASTRAMENTATIO

I romani cominciarono ad utilizzare la centuriazione in relazione alla fondazione, nel IV secolo, di nuove colonie nell'ager sabinus. La legge agraria di Tiberio Gracco del 133 a.c. che prevedeva la privatizzazione dell'ager publicus, dette un grande impulso alle divisioni di terre effettuate con la centuriazione. 

In seguito la centuriazione fu utilizzata sia nei casi di bonifiche che nelle fondazioni di nuove colonie, nonchè nell'assegnazione di terre ai veterani delle tante guerre civili tra la fine della Repubblica e l'inizio dell'Impero, tra le quali la Battaglia di Filippi del 42 a.c.. Proprio in questa occasione Virgilio nelle Bucoliche si lamentò dell'assegnazione delle sue terre nel mantovano ai soldati che avevano partecipato alla battaglia, ma Augusto lo fece reintegrare delle sue terre.

La diffusione delle centuriazioni si svolse non solo in tutta Italia ma anche in alcune province. L'ager centuriatus veniva tracciato dall' agrimensore che, analogamente agli insediamenti, individuava un umbilicus agri da cui, mediante una groma, tracciava due assi stradali perpendicolari tra loro: il primo generalmente in direzione est-ovest, chiamato " decumano massimo" (decumanus maximus), il secondo in direzione nord-sud, detto " cardine massimo" (cardo maximus). 

Tuttavia per ragioni pratiche, l'orientamento degli assi non sempre coincideva con i punti cardinali, seguendo invece la conformazione dei luoghi, la pendenza del terreno per favorire il deflusso dell'acqua piovana lungo i canali di bonifica che venivano tracciati (centuriazione di Florentia). Altre volte si basava sull'orientamento di vie di comunicazione esistenti (centuriazioni lungo la via Emilia) o erano il prolungamento del cardo e del decumano massimo di una città, che veniva a trovarsi in corrispondenza dell'umbilicus

La centuriazione è tipica di terreni pianeggianti, ma pure collinari. L'agrimensore si posizionava nell'umbilicus con lo sguardo verso ovest e definiva il territorio, definendo col nome ultra ciò che vedeva davanti; citra quanto aveva alle spalle, dextera quello che vedeva alla sua destra e sinistra quello che vedeva alla sua sinistra. Successivamente venivano tracciati, da una parte e dall'altra degli assi iniziali, i cardini e i decumani secondari (limites quintarii), assi stradali posti paralleli ad intervalli di 100 actus (circa 3,5 km). 

Il territorio risultava così suddiviso in tanti quadrati detti saltus. La rete stradale veniva poi infittita con strade parallele ai cardini, distanti tra loro 20 actus (710,40 m). Le superfici quadrate risultanti da questa ulteriore divisione erano le "centurie". 

Ogni centuria era suddivisa in 10 strisce, con linee parallele ai cardini e ai decumani, alla distanza tra loro di 2 actus (71,04 m) formando 100 superfici di quadrati di circa 0,5 ettari chiamate heredia (centum heredia = centuria). Ogni heredium era suddiviso a metà nell'asse sud-nord costituendo due iugeri (jugerum, da jugum, cioè 2523 m², il terreno che poteva essere arato in un giorno da un paio di buoi. 

Ancora oggi, in alcune zone d'Italia il paesaggio della pianura è influenzato dagli esiti della centuriazione romana, con la persistenza degli elementi rettilinei (viabilità, canali di scolo, divisione di proprietà) sopravvissuti all'evoluzione territoriale e spesso elementi fondativi nell'urbanizzazione, quanto meno fino al XX secolo, quando la speculativa crescita urbana ha cancellato molte tracce sparse nella campagna agricola. 

MISURAZIONE DELLA CENTURIA

CENTURIAZIONE NELLA PIANURA PADANA 

La divisione degli appezzamenti agricoli tramite una rete di strade e di canali che agevolassero gli spostamenti di uomini e mezzi, lo scolo delle acque, oltre al semplice frazionamento agrario e quindi all'assegnazione delle proprietà terriere era stata compiuta già in Magna Grecia ed in Etruria ma con un'estensione limitata alle aree limitrofe ai grandi centri abitati. 

È solo con la conquista romana della pianura padana che tale modello trova il massimo sviluppo, attuando uno dei più estesi piani di colonizzazione dell'antichità. Le terre conquistate e rese produttive da una regolare maglia infrastrutturale, furono espressione della politica espansionistica romana tesa a valorizzare le capacità naturali del terreno e amplificarne la portata insediativa a favore dei coloni e degli indigeni che vi si sarebbero stabiliti. 

Ciò includeva il pieno controllo del territorio, grazie alle migliaia di agricoltori e allevatori che avrebbero presidiato il proprio appezzamento, interconnessi tra loro ed i grandi centri urbani da una rete stradale e di vie d'acqua tale da assicurare un'efficienza degli spostamenti di uomini, merci e comunicazioni fino ad allora sconosciute. 

Le terre di frontiera vennero trasformate in un'imponente macchina produttiva sottratta a boschi e paludi sfruttando le potenzialità del suolo e producendo un ampio sviluppo economico della regione. Ciò permise l'integrazione delle genti indigene, a cui era riservata una parte del territorio, nella rete sociale e commerciale dell'epoca fino ai nostri giorni.



CENTURIAZIONE ETRUSCA

Già gli autori latini Varrone e Frontino individuarono nella disciplina etrusca l'origine della pratica della centuriazione. I complessi rituali religiosi messi in pratica dai sacerdoti etruschi avevano la funzione di suddividere lo spazio terrestre sulla base dell'ordine celeste seguendo l'orientamento del sole e della luna per tracciare la divisione principale che correva da Est a Ovest a cui seguiva una seconda ripartizione in senso Nord/Sud. 

Tale impianto, realizzato su base astronomica, si rileva anche all'origine di alcune centuriazioni romane particolarmente antiche, come quella riminese, in cui la parte più arcaica segue un orientamento secundum coelum (contrapposto a quello secundum naturam, che si adatta alle condizioni naturali del territorio) che diverge in maniera sostanziale dall'asse rappresentato dalla via Emilia. 


Centurazione Emiliano - Romagnola

La divisione territoriale riminese-cesenate derivò dalla deduzione della colonia latina di Ariminum (268 a.c.), precedente la realizzazione della via Emilia nel 187 a.c., che in seguito rappresentò il principale riferimento per il tracciamento della centuriazione emiliana nelle epoche successive.

Nel 191 a.c. la definitiva vittoria dell'esercito romano sulla confederazione dei Galli Boi divenne disponibile all'insediamento dei coloni, con la fondazione della colonia latina di Bononia, nel 189, e di quelle romane di Mutina e Parma, nel 183 con la conseguente occupazione e razionalizzazione dei comprensori agricoli ad uso dei contadini appena immigrati. 

Le centuriazioni dei distretti di Modena e Bologna vennero tracciate sulla base della naturale pendenza del terreno, sempre orientate all'incirca sull'asse della via Emilia, con centurie quadrate di 20 x 20 actus lineari romani, maglie delimitate da cardini e decumani mentre la suddivisione interna delle centurie è costituita da 20 file di campi larghi 1 actus lineare (35,5 m) nel senso dei cardini, e da limites interni o intercisivi impostati dividendo il lato centuria per 10 (I modulo), per 8 (II modulo) o per 6 (III modulo). 

Il reticolo centuriale così formato da strade e canali laterali veniva assegnato per lo sfruttamento agricolo, ma anche a pascolo e a palude, le strade che potevano variare da un minimo di circa 1,5 m ad un massimo di circa 9 metri (da 5 a 30 piedi romani) con una media che si attesta tra i 2,5-3,6 m di larghezza. 

La massicciata, solitamente costituita da ciottoli fluviali e frammenti laterizi in percentuale variabile per uno spessore compreso tra i 10 ed i 30 cm, era fiancheggiata da fossi in terra battuta con una larghezza variabile tra i 0,6 m (2 piedi) fino a circa 8,5 m (27 piedi) e profondità variabile tra i 0,45 m (1,5 piedi) ed un massimo di circa 2 m (7 piedi). 

I canali che costeggiavano gli assi stradali. seguendo la naturale pendenza del terreno convogliavano le acque ai limiti del territorio centuriato e in prossimità di un corso d'acqua, creando così un sistema unitario che proteggeva dall'impaludamento e consentiva di irrigare i campi.

SUDDIVISIONE DELLA CENTURIA IN HAREDIUM, JUGERUM E ACTUS

RODOLFO LANCIANI

CENTURATIO 

"Nel linguaggio tecnico degli agrimensori (ROm, Feldmesser 2 p, 289), è la partizione del suolo assegnato in grandi zone, ciascuna di cento parcelle o sorti: « centuriatus ager in ducenta iugera definitus, quia Romulus centenis civibus ducenta iugera tribuit ». 

Lo stesso Varrone scrive: « centuria primum a centum iugeribus dicta est, post duplicata retinuit nomen »; passo questo che ha riprodotto da Columella e Isidoro. L'etimologia data nel luogo de lingua Latina, cioè nell'opera più antica, com'è naturale è quella giusta, giacchè centuria nel senso agrario è l'area di 100 parcelle, nello stesso modo che militarmente è il corpo di 100 uomini.

Scopo della centuriazione senza dubbio quello di facilitare l'assegnazione viritana e rendere evidente la parcella attribuita all'individuo, nel caso di future controversie. La centuriatio è specifica per I'ager divisus adsignatus, vale a dire il territorio assegnato ad un complesso di cittadini romani {colonia) in piena proprietà quiritaria e diviso in singole parcelle (Adsignatio). 

Poiché l'accampamento militare è misurato e suddiviso secondo le stesse norme agrimensorie, cosi anche la sua area è divisa in centurie, cioè in sezioni ciascuna per cento uomini. Questo fu il concetto che esprime il nome stesso. Quando adunque più tardi soltanto 80 soldati occupano una centuria.

II comprendere 100 sorti in una unità dipende da questo, che i coloni erano militarmente ordinati, cioè divisi in compagnie di cento uomini. Talvolta più centurie riunite hanno il nome di saltus « quattuor centuriae coniunctae, ut sint in utramque partem binae, appellantur in agris divisis viritim publice saltus ».

Il saltus ha 25 centurie. Le centurie sorgono dal determinarsi dei limite. Strade o vie che dividevano il territorio assegnato, di cui le principali sono il decumanus e il cardo, linee che si incrociano. L'uso di orientare ogni terreno destinato ad uno scopo pubblico, mediante 2 linee che si intersecano rettangolarmente, non sembra etrusco, ma italico, almeno le terremare della valle del Po mostrano appunto una tale limitazione. 

La linea principale k, il decumano sia tracciato da principio da oriente ad occidente, più tardi per lo più da occidente ad oriente, e spesso anche diversamente, per esempio verso il mare nell'asse della lunghezza dell' agro assegnato, II cardo corre in corrispondenza dal sud al nord o viceversa. II punto d'incontro della croce ha il centro di tutta la limitazione, queste linee sono tracciate sempre ad angolo retto. 

Ogni centuria è quindi circondata da 4 vie. La larghezza dei limites è ristretta, ma in Italia essi hanno una larghezza prestabilita nella forma e nel documento redatto circa I 'assegnazione e la divisione; e soltanto nelle provincie sono linearii. Siffatta latitudo è di 8 piedi. 

Per contrario "intites guintani" vale a dire ogni quinta linea, non compreso il decunianus e il cardo, sono larghi 12 piedi. Sicchè il saltus (25 centurie) è limitato da 4 vie larghe 12 piedi, i limites ordinarii non sono come le linee principali soggette ad una servitù (iter populo debetur), dunque lastricate; e non possano quindi considerarsi come limiti delle centurie. Per questo che la centuria va segnata ai 4 angoli con termini, cippi o pali.

Questi cippi poi sono numerati secondo il particolare noto sistema, cioè su di essi è indicato il numero progressivo dei limites partendo dal cardo e dal decutnanus che qui s'incrociano.                         D{extra) D{ecumanum) I (primum) V{1'atra) o OJtra) K(ardinem) I {primum),                   l'orientazione (a destra, a sinistra, di qua, di 1à è per regola tale, che il decumanus è tracciato da occidente ad oriente.

CIPPO GROMATICO (?) - GIARDINI PUBBLICI CASTEL GOFFREDO

Quando il territorio era stato sottoposto alla centuratio, ogni centuria era suddivisa nei singoli lotti (sortes, acceptae), E come colla parola centuria si esprime soprattutto soltanto il numero, non la estensione dei lotti, cosi nè la estensione, nè la forma (rettangolare, quadrata) della centuria stessa è contenuta nel suo nome. Senonché, nella pratica fu dato ad esse uno speciale significato. Secondo la leggenda, re Romolo assegnò ad ogni cittadino 2 iugera di terre siccome heredium o altrimenti a titolo di proprietà (R(cf. ROm. Feldmesser 2 p. 280), quindi lo jugerum eguale a 28800 piedi quadrati. 

Questi lotti si potevano formare o quadrati o rettangolari, ma per lo più si formavano nel primo modo; e la centuria allora risultava di un quadrato coi lati lunghi 2400 piedi, cioè 710 metri calcolando il piede romano eguale a 0,296 m. (Hultsch, Metrologie 2 ed, p. 87).

Al tempo di Romolo Tagro era collettivamente coltivato, e i bina iugera formavano soltanto il cortile e l'orto; ma, come nei tempi storici la proprietà collettiva non esisteva più, cosi il colono romano doveva avere una estensione maggiore di terre. L'estensione dei lotti era naturalmente molto varia, Se si prende una media di 50 iugeri, una centuria avrebbe, nell'antico significato della parola, dovuto comprendere 500 iugeri. Ma nel fatto l'antica centuria quadrata di 200 iugeri coi 710 metri di lato fu conservata, e quindi abbandonato l'antico significato di sorte per 100 uomini.

In questo modo la parola centuria significò una misura, come lo jugerum e l'actus, cosi per esempio se si formavano sorti di 50 iugeri, una centuria comprendeva 4 possessori. Se la centuria non permetteva che si dividesse comodaniente in un corrispondente numero di sorti, perchè questo numero dei iugeri non si suddivideva in 200, allora l'antica centuria di 200 iugeri diveniva incomoda. 

In questa guisa si spiega come vi potessero essere anche centurie di più che 200 iugeri, come p. e. Tager Cremontnsis fu assegnato in centurie di 210 iugeri (ROm. Feldmesser 2 p. 352). II liber coloniarum di questa estensione delle centurie per ciascuna città, Queste più grandi o più piccole centurie (p. e. di 50 iugeri cf. rOm. Feldmesser 1 p. 30, 9) non potevano sempre riuscire quadrate, come era nel caso di 2 iugeri.

E cosi s'intende ora, perchè nel liber coloniarum è espressamente detto quando si fa un'assegnazione centuriis quadralis {ROm. Feldmesser I p. 210, 12). La centuria di 210 iugeri non ha più nulla di comune coll'antica centuria, perchè essa ne comprende cento sorti, come la romulea, essendo impossibile una sorte di soltanto due iugeri, ne è quadrata come la cesariana di 200 iugeri, una tale centuria di 210 iugeri non può essere stata che un rettangolo, quindi secondo 1' orientazione uno scamnum o una siriga (ROm. Feldmesser 2 p. 290), per esempio di 21: 10 di lunghezza dei lati.

Che la centuratio non escluda la divisione per sirigae o scamua, è provato dalla formula per centuriae et sirigas o scamna del liber coloniarum (ROm. Feldmesser t p. 230, 8; 231, 10 etc). Quando il territorio assegnato da dividersi era stretto ma lungo, p. e. posto tra due fiumi, s'intende facilmente come si applicasse la forma rettangolare in luogo della quadrata, in quanto che dall'atto della centurialis sarebbero risultati troppi subseciva,

Che spesso non riuscissero comodi i grandi quadrati di 200 iugeri, lo mostra I'uso dell' « assignatio in quinquaginta iugeribus », donde ha il nome ager iugarius in iugeribus (Rom. Feldmesser i p. 247, 17). Queste sono appunto quelle piccole centurie quadrate di 50 iugeri. Ricorrono anche assegnazioni di 25 iugeri (ROm. Feldmesser i p, 218, 9); ma come misure di divisione. (ROm. Feldmesser i p. 214, 13).


BIBLIO

- P. Liverani - Termini muti di centurazione o contropesi di torchi?, in Mélanges de l'École Française de Rome - Antiquité, n. 99, 1987 -
- Donato Labate - Archeologia della centuriazione: i rinvenimenti di Castelfranco Emilia e del Modenese, in Centuriazione e Territorio. Progettazione ed uso dell'ambiente in epoca romana tra Modena e Bologna - Castelfranco Emilia - 2010 -
- E. Mutti Ghisi - La centuriazione triumvirale dell'agro mantovano, Museo archeologico di Cavriana, 1981.-
- Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale - 2.5 La Centuriazione (PDF), su provincia.bergamo.it, Provincia di Bergamo - 2017 -


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